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Ritrovarsi a Brugnato
Grazie all'iniziativa di amici che hanno organizzato i festeggiamenti della mia leva (1925), purtroppo non più verde, è stato bello ritrovare i compagni di scuola. Alcuni di loro non li vedevo da anni. Molti di noi avevano lasciato il paese con la classica valigia di cartone, piena di speranze e pochi soldi. Sono soddisfatto nel constatare che ognuno si noi ha costituito una famiglia che ha provveduto a mantenere degnamente, grazie alla gran voglia di lavorare. Oggi tutti noi abbiamo raggiunto una condizione economica dignitosa. Una volta ritrovati, ognuno di noi aveva il desiderio di raccontare almeno una parte della sua vita. Un velo di malinconia ci ha colto nel constatare che molti compagni non erano presenti alla ricorrenza poiché ci avevano lasciati. Abbiamo pranzato, come avviene in simili occasioni, in un accogliente ristorante dove due splendide signorine ci hanno servito prelibatezze. Alla fine, dopo calorosi saluti, ognuno di noi si è avviato alle rispettive città di residenza. Nell'imboccare l'autostrada per Genova ho provato nostalgia e smarrimento nel lasciare il mio paese dove sono rimasti pochi parenti e miei cari al camposanto. Ho pensato a quell'albero che ho tagliato nell'orto. Dopo un po' di tempo sono cresciuti dei piccoli alberelli tutt'intorno. Anche l'essere umano è come l'albero. A Brugnato io ho lasciato qualcosa che il tempo e le persone non possono togliermi: le mie radici. Proprio come l'albero che ho tagliato, ho radici profonde nella terra in cui sono nato e ho trascorso la giovinezza. Ringrazio Pina e Benito per aver organizzato l'incontro.
9 marzo 2002.
Aldo Rossi
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